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Rosy Abate: 2x1

Io sono Leonardo Abate

Dopo 6 anni Rosy Abate esce dal carcere per buona condotta, e le viene concesso dal tribunale l’affidamento di Leonardo, che si trova a Napoli. Il questore Licata, ormai in pensione, attende l’Abate all’uscita del carcere per accompagnarla al traghetto per Napoli, ma i due non sono soli: a spiarli è Regina che, incappucciata, riesce ad attirare l’attenzione di Rosy, ribadendole che che Leo non è veramente suo figlio; con lei non potrà trovare mai la felicità, tanto che negli ultimi due anni non è più venuto a trovarla in carcere. Rosy non reagisce alle provocazioni e promette a Licata di usufruire dell’occasione che le è stata data. Leonardo adesso ha 17 anni e lavora come meccanico in una rimessa, ma fa anche il cameriere per arrotondare. Durante una festa notturna incontra Nina Costello, una giovane di esimia bellezza, della quale rimane folgorato dal solo sguardo. Verso la fine della serata un suo coetaneo tenta di abusare di lei, ma, prontamente, interviene Leonardo che riesce a bloccare sul nascere la violenza. Tuttavia ne scaturisce una rissa con l’abusatore e i suoi uomini, coinvolgendo anche Diego, il fratello di lei. A questo punto interviene la polizia che porta via Leonardo. Rosy arriva a Napoli e ad aspettarla c’è Luca, che la accompagna subito in questura da suo figlio. Leo, rimesso in libertà grazie anche all’intercessione di Luca (che fa sparire della droga rivenuta nel giubbotto del ragazzo) è molto freddo e scostante con la madre, e torna in officina. Il padre di Nina, affiliato con la camorra, manda un suo uomo a prelevare Leo per mandarlo a casa sua, avendo capito che è il figlio di Rosy Abate. È Don Antonio Costello che lo ringrazia per aver difeso sua figlia, e dicendogli che per qualunque cosa, sa dove lo può trovare. Luca accompagna Rosy nella nuova casa dove lei e Leo andranno a vivere (sotto gli occhi di Regina), e con l’aiuto di Nadia, la sua attuale compagna, riesce a far trovare lavoro all’Abate come sarta in un’industria tessile, ma il datore di lavoro mette le cose in chiaro, dicendole che il 25% della paga rimarrà a lui, altrimenti dirà alla polizia che ruba. Nina va a trovare Leo in officina, i due ragazzi vanno in giro per Napoli, sono evidentemente attratti l’uno dall’altro, e si baciano. Luca dice a Rosy che Leo più volte ha chiesto del suo vero padre. Qui scopriamo che Leo è convinto che il suo vero padre fosse Vincent Truebla, il narcotrafficante colombiano con cui Rosy ha avuto una storia quando Leo è nato. Della paternità di Ivan Di Meo ne è a conoscenza solo Rosy. Leo ha problemi con Domenico Amato, chiamato il “Mastino”, uno spacciatore al quale il ragazzo deve 20.000€. Il Mastino cerca Leo prima in officina, dove minaccia Ciro, poi entra nella nuova abitazione di Rosy e minaccia lei e il figlio, ma l’Abate chiama tempestivamente il pronto intervento e fa scappare il gangster. Rosy cerca di convincere il figlio a denunciare Amato alla polizia, ma Leo sorprendentemente si ricorda delle parole della madre quando era bambino: il rispetto prima di tutto. Il ragazzo allora si rivolge a Don Costello per farsi dare i soldi del debito e, nel caso, di difenderlo. Il boss sa che Leo e Nina si stanno frequentando, e gli raccomanda di non farla soffrire. Poco dopo Leo passa un pomeriggio molto piacevole con la madre. Mentre Rosy e Leo sono in moto, un fuoristrada li segue: è il Mastino che cerca il ragazzo, ma gli uomini di Costello riescono a intercettare Leo e a mandare via Amato. Rosy capisce che Leo si è messo in un giro più grande di lui, e lo rimprovera dicendogli che quella è gente pericolosa. Leo non è intenzionato ad ascoltarla, e madre e figlio ancora una volta litigano e si dividono. Venuto a scoprire da Nadia che il motorino di Leo è intestato a un morto e che vale troppi soldi per un ragazzo di quell’età, Luca, adducendo tale pretesto, va da Rosy e i due non riescono a frenare la passione, passando la notte insieme. Durante quella stessa notte stessa Nadia prova a chiamare ripetutamente Luca, ma il poliziotto non le risponde. Nadia seguendo il motorino di Leo va in un capannone, dove ci sono gli uomini di Costello che stanno torturando il Mastino. Ne nasce una sparatoria, in cui viene coinvolto mortalmente Amato. È in quel momento che Leo si trova faccia a faccia con Nadia: Don Antonio lo incita a premere il grilletto e a sparare. Nadia, in lacrime, viene colpita a morte da Leo, che poi scappa insieme a Diego. Luca è distrutto dal dolore, Rosy lo avvicina ma lui la allontana. L’Abate va da Costello per dirgli che sa che c’è di mezzo lui nella sparatoria della scorsa notte, e che farà di tutto per tenerlo lontano da suo figlio. Al funerale di Nadia, assiste anche Leo, notato da Rosy, ma il ragazzo fugge via velocemente. L’Abate raggiunge suo figlio, e cerca, inutilmente, di avvertirlo che se farà questa vita, dovrà mettere in conto che il dolore non lo abbandonerà mai. Costello chiama Leo, e gli dice che da ora in poi fa parte della sua famiglia, come anche Rosy, ma che il ragazzo deve farglielo capire. Regina, in preda a una crisi, si intrufola in casa dell’Abate, la minaccia e tenta di assassinarla ma Rosy la disarma e le dice che si deve fare da parte una volta per tutte, perchè adesso è compito suo prendersi cura di Leo. La mattina seguente Diego e Leo si recano al capannone per rimuovere gli hard disk delle telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso l’omicidio del Mastino e di Nadia, ma nel frattempo arriva la polizia. Rosy accorre in tempo per far fuggire Leo (il quale però, nella fuga, perde l’hard disk che verrà poi trovato da Luca) ed eludere l’intervento di Luca. Rosy e Leo si rifugiano in un posto sicuro (un deposito di barche che Don Costello ha affidato a Leonardo) e l’Abate cerca di convincere il ragazzo ad andare dalla polizia per testimoniare ed esplicitare ogni suo coinvolgimento, ma Leonardo confessa alla madre di essere stato proprio lui a sparare a Nadia, e che se davvero gli vuol bene, dovrà appoggiarlo in questa decisione e proteggerlo. A questo punto Rosy, disperata, si allontana dal deposito: rivolge il suo sguardo al mare tenendo in mano la pistola sottratta poco prima a Leo, meditando se lanciare la pistola, e dunque non aiutare il figlio, o tenerla per stare al suo fianco. Alla fine, tra rabbia e lacrime, la Regina di Palermo prende il sopravvento: ogni proposito di Rosy di ricostruire una nuova vita, normale ed equilibrata, lontana da ogni atto criminale è definitivamente distrutto. Intanto Leonardo getta in mare il suo giocattolo dell’infanzia, “lo sceriffo ammazza cattivi”, che Domenico Calcaterra gli aveva regalato quando era bambino, segno che la natura del ragazzo è cambiata esattamente come quando Rosy, tanti anni prima, ha scelto la vita criminale.

Rosy Abate – La Serie 2×1
Sep. 18, 2019